GIOVANNI CROCE - 595^ CENTURIA LAVORATORI

La Grande Guerra vide cadere oltre ai soldati sulla linea di combattimento anche un gran numero di lavoratori militarizzati impegnati nelle fondamentali opere del Genio a supporto dell'Esercito; oltre a costoro, furono richiesti sacrifici inenarrabili anche alle loro famiglie ed a quanti lavoravano in tutte le strutture coinvolte direttamente dalle operazioni, ad esempio le Ferrovie. Un quadro assai toccante oltre che drammatico di quelle vicende ci viene proposto dal Prof. Giovanni Monico grazie a un suo brano in memoria dei nonni e altri familiari, inclusi i più piccoli, travolti dalla bufera della Grande Guerra, che volentieri pubblichiamo dedicando questa pagina a quelle vittime innocenti. Fotografie e integrazioni dati di questa pagina che mettiamo a disposizione come Archivio Storico Dal Molin.

       Lavoratori e Soldati del Genio impegnati nella realizzazione di una strada sulle pendici del Monte Grappa

                 I lavori di costruzione della strada Col Serrail - Corno Sega - Grappa (marzo / maggio 1918)

Il Soldato Giovanni Croce, nonno materno dell'autore, figlio di Luigi, nato a Posina il 21 novembre del 1876, in forza alla 595^ Centuria Lavoratori impegnata nella zona del Monte Grappa, morirà il 7 ottobre del 1918 all'Ospedaletto da Campo n. 034. Da allora riposa con altre migliaia di Caduti al Sacrario della S.S. Trinità di Schio (VI). Il suo nome è riportato nell'Albo d'Oro Caduti del Veneto oltre che su uno dei primi testi relativi al Sacrario di Schio acquisito dall'Archivio Storico Dal Molin (nell'elenco il nome è erroneamente come "Crice Giovanni") di cui si riportano sotto alcune pagine.

Ricordiamo infine i nomi dei più piccoli che non sopravvissero alle privazioni della guerra durante le fasi di evacuazione della popolazione civile: Alessandro Croce, nato a Posina il 22 febbraio 1916, morto in data imprecisata pochi mesi dopo; Natalina Croce, nata e morta poco dopo nel giorno di Natale del 1917; Nella Croce, nata il 2 luglio del 1917 e morta a Schio l'8 giugno del 1918. Sopravvissero invece alla Grande Guerra:

Busato Elisabetta, nonna dell'autore, morta a Tai di Cadore il 28 agosto del 1970

Croce Costantina, madre dell'autore, morta a Tai di Cadore il 21 marzo del 2011

Monico Mario, padre dell'autore, morto a Tai di Cadore il 19 giugno del 1977

Monico Marilisa, sorella dell'autore, nata a Schio, vivente

                              Alcune donne impegnate nelle retrovie in lavori per le strutture sanitarie militari

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