SUL CALVARIO DEL GRAPPA

tra passato e presente

di Ruggero Dal Molin e Davide Pegoraro

Ed. Piccolo Museo della Grande Guerra

Rifugio Val Tosella

(uscita maggio-giugno 2024)

Ho sempre avuto una predilezione per le fotografie della Grande Guerra perché se molti elementi restano impressi nella memoria nessuno lo è con la forza e l’incisività di un’immagine. Osservare una fotografia di quel conflitto vuol dire perciò focalizzare al meglio una storia, i sentimenti, l’emozione e il momento di chi materialmente scattò quell’istantanea per non dimenticarlo. In ogni mio libro con le immagini d’epoca cerco di ripercorrere e riproporre queste tracce di memoria con la convinzione che sia tra i modi migliori di rivivere quel dramma da cui sorse l’Europa contemporanea. Chi mi conosce sa che di quel conflitto il mio cuore mi porta all’Altopiano dei Sette Comuni attorno alle vicende legate al mitico Emilio Lussu e alla sua gloriosa Brigata “Sassari”, ma è anche vero che in tutti questi anni il mio libro più riuscito è probabilmente “Arditi sul Grappa”, il fortunato memoriale di Ermes Aurelio Rosa, il diario di guerra tra i più amati dagli appassionati, più volte ristampato e sempre esaurito anche nelle edizioni recenti. E come per l’Altopiano di Asiago, anche del Sacro Monte a due passi dalla Bassano in cui abito ho avuto l’opportunità di acquisire in trent’anni molte immagini rare e importanti della guerra che lo investì.

L’opportunità di proporre queste foto inedite che da tanto tempo custodivo con cura e di valorizzarle degnamente in un libro è nata con Davide Pegoraro, un carissimo amico, valente esperto della storia del Monte Grappa. Ci conosciamo fin dal momento in cui si stabilì alla Baita Monte Asolone in Val dea Giara, e da allora innumerevoli sono state le iniziative e gli eventi creati insieme, ma mai un libro ci aveva coinvolto.

Nel 2013, per la posa della targa alla “Svolta” di Ca’ Tasson, in ricordo delle imprese di Ermes Rosa e del suo Capitano degli Arditi Ettore Viola, gli donai la stampa di un’istantanea ripresa tra alcuni Rievocatori con la scritta: “Credo che non ci sia nulla di più grande di un’amicizia cementata dagli stessi valori, ideali e passioni condivise”. Questa pubblicazione, oltre che per la gioia degli appassionati del settore, rappresenta quindi un ulteriore tassello della nostra grande amicizia.

Ruggero Dal Molin, 27 dicembre 2023

Questo volume, dedicato alla memoria della Contessa Palma De Luca, vedova dell’Ardito del Grappa, l’indimenticabile Capitano Ettore Viola al fianco del quale ella riposa sotto quel cielo del Monte Grappa che tanto amava, non è distribuito nei circuiti commerciali. Alcune particolari immagini contenute nel libro, accompagnate dalla loro versione “contemporanea”, magistralmente ricercata e scattata dopo oltre un secolo da Francesco Puppo, sono accompagnate da testi dalla grande forza evocativa scritti da Davide Pegoraro (*).

Solo, al cospetto dell’eterno, nella incantata magnificenza dell’arazzo di cristalli che si perde sconfinato tral pulviscolo irradiato, appena nasce l’alba. Il vento imbalsama i polmoni nel cobalto puro, fissato intensamente, in un mondo scoperto alla luce del giorno nella perenne malinconia. Placida, la montagna con la quale aveva combattuto e sofferto, si rivela col suo lato baciato dal polverio di sole, splendida e radiosa, ma il suo verso oscuro, all’ombra degli inverni assapora di tenebre. Il pianto dei morti, coartato per meschina convenienza, rimanda al tempo della giustizia, denuncia l’onta dell’inganno. Eppure quassù posso sognare, magari per sempre e vedere un mondo nel quale riesco ad orientarmi assai meglio che nella vita; lanciare lo sguardo verso l’eterno o a te, che in fondo, per me, siete la stessa cosa (da: “Sul Calvario del Grappa” - di R. Dal Molin e D. Pegoraro).

Parafrasando una frase celebre, si potrebbe descrivere l'anno di guerra sul Massiccio del Grappa come un vero e proprio "anno da leoni" per i due eserciti, quello italiano e quello austro-ungarico, che per undici mesi si scontrarono su di un fronte che nonostante le dimensioni piuttosto ridotte assunse comunque una struttura articolata e complessa. Il fronte del Grappa è a tutt’oggi motivo di approfondimento per colui che si avvicina allo studio di una storia militare scritta dagli uomini ancor prima che dai cannoni. La successione degli eventi bellici che ebbero luogo sul massiccio è cosa ben nota; la storiografia italiana divide l'anno di guerra sul massiccio in tre grandi fasi: la Battaglia di Arresto del novembre-dicembre 1917, quella difensiva, nota anche come Battaglia del Solstizio, del giugno seguente, ed infine quella offensiva, o di Vittorio Veneto, iniziata il 24 ottobre 1918. Tuttavia, ritengo sia necessario evitare di dare un'impronta di parte e tanto meno patriottica quando si parla di storia. L'analisi deve essere sì critica ma imparziale; è fondamentale adottare un punto di vista neutrale, al di sopra degli schieramenti coinvolti, in modo che l'indagine parta dalla dimensione umana della guerra prima ancora che da quella militare. È facile parlare di battaglie e conquiste, di caduti e medaglie, ma alla fine tutto ciò si riduce ad una sequela di date e di numeri privi di un significato profondo se non si analizza innanzitutto l'approccio alla guerra di ogni individuo coinvolto. La storiografia di ogni esercito ha sempre abbellito i fatti con glorificazioni e narrazioni epiche al punto da perdere di vista l'essenza più autentica della guerra stessa, fatta di fame, insonnia, del costante pensiero di casa, del fiato sospeso prima dell'assalto. Ed è proprio attraverso il viaggio iconografico tra le pagine di questo libro che mi auguro il lettore giunga ad una matura consapevolezza di ciò che rappresentò l'anno di guerra sul Grappa, dove il piacere di sfogliare le 280 pagine che lo compongono possa trasformarsi anche in un viaggio di arricchimento storico ed umano (da: “Avvicinarsi alla Storia” di Gianmaria Ragnolo in “Sul Calvario del Grappa” - di R. Dal Molin e D. Pegoraro).

A sinistra: soldati austro-ungarici sulla cresta dei Solaroli, estate 1918 (Archivio Storico Dal Molin).

Sopra: lo stesso luogo oggi (foto di Francesco Puppo).

Nell’infinita e gelida attesa, nei bianchi e neri del reticolo che pascoli, prati e filari d’alberi disegnano, osserva l’inutile gioco di stanchi avversari. Mosse disperate, adesso che, persi i cavalli, i drappi strisciano stretti agli alfieri, balzo dopo balzo, tra grandini di ordigni e rapidi, violenti boati. Schiere compatte salgono piegate al fato e si sfibrano ad ogni passo, mischiandosi alla terra nella quale tornano, disabitate. Nel cangiante miraggio della salvezza, chiaro, al centro il lontano ricordo di mura, suoni e voci di tempi perduti, lasciati indietro nei ricordi di imberbi, avvolti in sudari di stracci. Dall’orbita vuota di una finestra, fissa docile, nella pazienza dei certi, i remoti orizzonti celati in dense e macabre nebbie, contando i vuoti che si aggiungono al nulla che governa oltre la valle. Solo a stagione matura, dai ghiacci colmi di pianti si sveleranno ai posteri; nelle sindoni tessute di lampi e sospiri, nei caschi schiacciati dal peso del dovere, nei ghigni di rabbia e paura. Quanti ancora? Solo un altro, tu (da: “Sul Calvario del Grappa” - di R. Dal Molin e D. Pegoraro).

A sinistra: trasporto con muli e teleferiche lungo la mulattiera d’arroccamento del Boccaor, estate 1918 (Archivio Storico Dal Molin - Collezione Minto). Sopra: lo stesso luogo oggi (fotografia di Francesco Puppo).

L’Osteria «Il Pianaro» che nel gennaio 1918 fungeva da fureria per alcuni reparti italiani nella zona (Archivio Storico Dal Molin - Collezione Minto).

Il medesimo luogo come si presenta in un’immagine scattata ai giorni nostri (foto di Francesco Puppo).

A sinistra: l’osservatorio del Comando del IX Corpo d’Armata a Col Campeggia come si presentava nel 1918 (Archivio Storico Dal Molin - Collezione Minto).

Sopra: lo stesso luogo ritratto oggi (fotografia di Francesco Puppo).

(*) DAVIDE PEGORARO – Padova 1975. È un profondo conoscitore della storia della Prima Guerra Mondiale sul fronte europeo. Obiettore di coscienza, vive e lavora sul Monte Grappa dal 2004. Fino al 2015 alla Baita Monte Asolone, Val dea Giara, poi in Val Tosella, gestisce, con la moglie Elena, l’omonimo rifugio a quota 1376 con annesso museo dedicato ai bisnonni che combatterono nel 15-18. Maggiore storico del luogo, guida ospiti e turisti in escursioni, in Italia e all’estero, alla scoperta delle trincee, postazioni e vestigia del passato. Decorato della Croce Nera d’Austria e della Croce di Malta, è membro dell’associazione storico-culturale “Il Piave 15-18”. Ha pubblicato nel 2010 il documentario “Asolone 17-18” con Natalino Meneghin, nel 2012 il libro “Montagnard, 10 storie per 10 battaglie”, nel 2013 il libro di narrativa “L’Angelo del Grappa” come coautore, nel 2014 “Ciò che resta, guida alla battaglia d’arresto sul Grappa tra l’autunno e l’inverno 17-18”, nel 2015 la guida “I luoghi della Grande Guerra, Bassano del Grappa, Altopiano di Asiago, Monte Grappa” con Paolo Perini ed il racconto “Il bacio della Buonanotte”, nel 2016 il racconto “Il Giardino delle Menzogne”, nel 2021 con Alessandro Bernardi il volume “14” e nel 2024 “Sul Calvario del Grappa” con Ruggero Dal Molin. Collabora con enti pubblici e privati come consulente storico, organizzando convegni e mostre e svolge attività didattiche con scuole e gruppi. Ha lanciato i progetti: “Guerra, Montagne e Uomini”, per la divulgazione culturale dei temi legati al centenario 14-18 e “VIET-FOTTUTO CONG”, inerente la guerra nel sud-est asiatico.