REPARTI ITALIANI

GLI ALPINI

Nell’ottobre dell’anno 1888 il Gen. Luigi Pelloux, primo ispettore generale degli Alpini disse: «Essi simboleggiano quasi, all'estrema frontiera alle porte d'Italia, un baluardo sul cui fronte sta scritto: "Di qui non si passa"».  Parole destinate a segnare la storia di un Corpo Militare entrato nel suo secondo secolo di vita e passato per due guerre mondiali con innumerevoli campagne in Italia, Africa, e Russia. Battaglie nelle quali la Fanteria da Montagna più antica del mondo sacrificò innumerevoli battaglioni dei suoi magnifici reggimenti, dalle Ambe dell’Etiopia, agli Altopiani della Grande Guerra, alla steppa del Don. Il ricordo di decine di migliaia di Penne Nere cadute in combattimento e passate in questi centocinquant’anni nella grande armata dell’aldilà è riflesso ogni giorno dal lavoro dagli eredi dei reggimenti dissolti, oggi unità d’elite dell’Esercito Italiano impegnate in Afganistan, oltre che nell’instancabile impegno civile della Associazione Nazionale Alpini, custode insieme ai commilitoni ancora in armi di quelle altissime tradizioni.

In queste pagine rileggeremo alcune immagini emblematiche della Grande Guerra nella quale gli Alpini combatterono strenuamente dalle trincee poste sulle cime più alte sino ai ghiacciai più remoti, sempre e ovunque con quello spirito indomito, quella fede incrollabile e quel coraggio smisurato che li immortaleranno come veri e propri eroi. Alla loro "montagna sacra", Monte Ortigara, sono inoltre dedicate diverse pagine di questo sito.

Grazie alla storica collaborazione dell’Archivio Storico Dal Molin con la Biblioteca A. Baldini di Roma, depositaria del fondo “Paolo Monelli”, siamo oggi in grado di ospitare una galleria di preziose immagini appositamente a suo tempo concesse all'Archivio Storico Dal Molin dal Ministero dei Beni Culturali. All'Alpino Colognese, protagonista di alcune di queste memoriabili fotografie, caduto e decorato al valore militare, è stata inoltre dedicata una pagina specifica di questo sito. 

La galleria sopra porta alcune rare immagini scattate dallo scrittore soldato Paolo Monelli. La seconda e la terza fotografia sono dedicate ai suoi Alpini, quelli della 265^ Compagnia del Battaglione Val Cismon in due immagini scattate al Rifugio Ottone Brentari di Cima d’Asta; nella foto di gruppo, l’eroico Alpino Colognese è in piedi al centro della seconda fila (il quarto da sinistra).

Per gentile concessione del nipote Michele di Magris Angelo, classe 1894, il terzo alpino in piedi, partendo da sinistra. Dopo la ritirata a seguito della disfatta di Caporetto, il suo reparto ha continuato i combattimenti nella zona del M. Grappa. In uno dei tanti scontri tra quelle montagne l’Alpino venne colpito dalle schegge e dall'onda d'urto di una granata, perdendo i sensi. I commilitoni, credendolo ormai in fin di vita, lo avevano deposto in una fossa con altri militari deceduti. Tuttavia, dopo diverse ore, Angelo Magris riuscì a riprendersi e a medicarsi da solo, per tornare al fronte tra lo stupore degli altri compagni

L’eccezionale valore dei nostri Alpini è testimoniato dalla considerazione e dal rispetto che il Corpo ha ottenuto anche all’estero. Ad esempio presso il Musée de l’Armée di Parigi, in rappresentanza dell’Esercito Italiano nella Grande Guerra, oltre a un Fante della leggendaria Brigata Sassari è mostrato un Alpino del 3° Reggimento (fotografie di Andrea Aluisini - foto d'epoca da ASDM).

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DELLE IMMAGINI DEL NOSTRO SITO

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