OTTO MARIA JOHANN GALLIAN

TENENTE - K.U.K. INFANTERIEREGIMENT NR. 99 (Wien 1896 - Ardenne 1940)

Ufficiale Austriaco ritenuto in tutto e per tutto l’alter ego del Capitano degli Arditi Ettore Viola, il Tenente Otto Gallian fu infatti sull’Asolone uno dei tanti esempi dell’estrema resistenza sul Grappa che vide protagonisti i soldati austroungarici fino agli ultimi momenti della guerra; di quei giorni abbiamo esposto alcune immagini molto significative nella pagina dedicata al 99° Reggimento di Fanteria. Dopo la guerra Otto Gallian affidò le memorie di quelle giornate a un libro intitolato "Monte Asolone" del quale l’Archivio Dal Molin possiede una copia originale. Assai toccanti le ultime righe per la vana battaglia e la Patria perduta, parole che, qui di seguito, vi riproponiamo. Catturato mentre si ritirava per ultimo, fuggito in modo rocambolesco dalla prigionia in Italia e raggiunta l’amata Austria dopo una lunghissima marcia, rientrerà nell’esercito. Non più giovane, combatterà anche nel secondo conflitto mondiale dove perderà la vita, si ritiene durante la campagna di Francia, nel maggio del 1940, nel settore delle Ardenne, con l’uniforme della Wermacht nella quale era rientrato nel 1938-38 con il grado di Maggiore.

“Mi siedo su una panchina e fisso il traffico cittadino. Pazzo ! Ecco cos’è quest’uomo, bandito per mesi, per anni: un fantasma che cammina giorno e notte, con piedi piagati e laceri, dimenticando che tutto è finito da tempo, che questa “casa” non esiste più, che in guerra ha perduto anche quella ... Amareggiato e depresso rinuncio alla licenza così duramente guadagnata; già nove giorni dopo il mio rientro in Patria riprendo servizio come guardia di frontiera nella Stiria ... In prigionia abbiamo mantenuto alto il nome della Patria, sublime e nobilissimo. Rivedere questa Patria fu la più terribile e amara delusione della mia vita ... Quella Patria per la quale abbiamo sofferto per anni, versando il nostro sangue, a cui abbiamo offerto i nostri spensierati, felici anni di gioventù e la nostra salute, e per cui milioni di uomini hanno rinunciato alla gioia delle loro famiglie e donato la loro stessa vita ?” (da Otto Gallian: “Monte Asolone – Kampf um einen Berg”)

A quasi un secolo da quell’ultima battaglia della Grande Guerra, grazie ad una personale iniziativa di Davide Pegoraro che ha visto partecipare fra gli altri anche Ruggero Dal Molin, con Franz Pozzi e Natalino Meneghin, il 26 ottobre 2014 è stata posata sulle pendici dell’Asolone una lapide in memoria dell’eroico Ten. Gallian al quale un picchetto di formazione composto da rievocatori in uniforme austro-ungarica e italiana ha reso gli ultimi onori. Una giornata che ha rivisto ancora una volta uniti nel ricordo cittadini, autorità, rappresentanti della Croce Nera d'Austria con i rievocatori dei soldati italiani e austro-ungarici. L'unica immagine oggi disponibile del Ten. Gallian, quella pubblicata nel suo libro, è stata simbolicamente appoggiata sulla lapide commemorativa (fotografie di Sergio Giacomelli) in memoria di tutti i Caduti, italiani e austro-ungarici, come ricordato anche dal rappresentante della Croce Nera d'Austria.

Questa pagina vuole ricordare il combattente della Grande Guerra, nel 1914-18, senza esprimere alcun giudizio sull’uomo che verrà nel primo dopoguerra e negli anni successivi, in un’epoca nella quale molti militari ed ex militari furono travolti dagli eventi e dal corso della Storia. Alla fine del secondo conflitto mondiale, con il crollo del Terzo Reich, i suoi numerosi libri furono censurati e soltanto di “Monte Asolone” sono sopravvissute alcune ristampe poi ripubblicate con delle edizioni moderne. In suo ricordo il “Völkischer Beobachter” del 7 giugno 1940, ancora durante la guerra, così aveva scritto: “Il 23 maggio, il Maggiore Otto Gallian cadde in onore del suo giuramento per il Führer e Reich alla testa del suo battaglione a ovest, dopo che gli era stata assegnata la Croce di ferro il giorno prima. Chiunque abbia conosciuto Otto Gallian - e ce ne sono innumerevoli - avrà sentito questa notizia con sincera tristezza e l'orgoglio del soldato nei suoi compagni, perché quest'uomo è stato uno dei migliori che abbia mai indossato con onore l’uniforme […] ha operato miracoli di coraggio e abnegazione durante la guerra mondiale […] uno degli ufficiali più coraggiosi tra i coraggiosi che avevano resistito fino alla fine […] Maestro esemplare della gioventù in crescita nella virtù virile, che aveva dimostrato con i fatti per anni, prese la penna e scrisse quei libri strazianti che fanno parte della letteratura di guerra: "Il soldato austriaco nella prima guerra mondiale", "Monte Asolone 1918" e "Opfergang bei Luck", con il quale fece una campagna per il tardo apprezzamento del ruolo spesso frainteso e molto vituperato dell'austriaco-tedesco nella Grande Guerra."

Il Maggiore Otto Gallian riposa nel cimitero di Noyers-Pont-Maugis, nelle Ardenne, creato nel 1922, uno dei più grandi in Europa per i Caduti nella prima e nella seconda guerra mondiale, con 26.893 tombe. La sua tomba si trova nel blocco 2 al n. 2250.

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