PASUBIO

Il nome di una montagna che resterà per sempre legato alla strenua resistenza delle truppe italiane durante la “Strafexpedition” del 1916 quando Alpini, Artiglieri e Fanti riusciranno a fermare gli austro-ungarici poco prima della loro discesa verso la pianura vicentina.

Fra i suoi due “Denti”, in un ridotto campo di battaglia ad alta quota, si scatenerà sui difensori di entrambi gli eserciti una concentrazione di colpi di artiglieria tra le più tremende di tutta al Grande Guerra. Anche sulle montagne vicine e sul Col Santo molti soldati austriaci e italiani vivranno lunghi inverni trincerati a brevissima distanza in trincee scavate nella roccia, tra le poche baracche defilate al tiro delle artiglierie e appoggiate ai rovesci della montagna. Ovunque arditi sistemi di teleferiche portano in quota uomini, armi e munizioni. Dietro le vette sbriciolate dalle cannonate e dalle mine vedeva intanto la luce una delle più incredibili operazioni del Genio Militare Italiano che trasformerà quella montagna, grazie a profonde gallerie e arditissime strade per uomini e mezzi, in una fortezza inespugnabile. La "strada delle 52 gallerie", oltre che un vero e proprio miracolo di ingegneria, costituisce uno dei percorsi più suggestivi per la comprensione della Grande Guerra. Sotto si possono osservare di seguito l’interno di una baracca austro-ungarica sul Pasubio e un pezzo di artiglieria austriaco sotto il Col Santo (e la stessa posizione oggi).

L’interno di una baracca austro-ungarica sul Pasubio

Una baracca austro-ungarica sul Pasubio; si noti la notevole scorta di legna invernale che copre le pareti esterne.

Lo scoppio di una granata austro-ungarica vicino al Dente Italiano del Pasubio.

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