EMILIO LUSSU

CAPITANO 151° REGGIMENTO FANTERIA - BRIGATA "SASSARI"

Da sinistra: Alfredo Graziani, grande amico del famoso scrittore, Maria Teresa Guerrato Nardini ed Emilio Lussu

Un’indimenticabile figura di soldato oltre che di intellettuale, nativo di Armungia, emersa nella Grande Guerra dalla quale tornò come uno dei futuri padri della Repubblica. Carismatico e indomito ufficiale del 151° Regg.to Fanteria appartenente alla gloriosa Brigata “Sassari”, combatté sempre in prima linea con i suoi Fanti guidandoli fino alle più sanguinose battaglie sull’Altopiano di Asiago. Alla fine della guerra, perseguitato dal fascismo al quale non volle aderire, dopo aver sparato a uno squadrista introdottosi nella sua abitazione fu costretto al confino dal quale fuggì nel 1929. Con Carlo Rosselli fonderà in Francia il movimento antifascista “Giustizia e Libertà” mentre dalla Svizzera scriverà una delle più importanti opere della letteratura moderna, quel “Un anno sull’Altipiano” divenuto un mirabile affresco della Grande Guerra; una storia che legherà per sempre il suo cuore anche alla terra del Veneto, così come svelato di seguito in queste pagine. Parlamentare e politico di grandi capacità, opererà sempre per il bene della Sardegna e in difesa degli ideali di libertà e giustizia che lo animarono incondizionatamente sin dalla gioventù quando con serena lucidità, grande intelligenza e non senza umana compassione, guidò sotto il fuoco i Fanti della “Sassari”. Nell’approssimarsi del centenario della Grande Guerra l’Archivio Storico Dal Molin, anche grazie alla disponibilità della famiglia Caneva-Nardini, ha potuto approfondire una storia italiana tanto avvincente quanto toccante, e per taluni aspetti ancora sconosciuta, riassunta nella Mostra sulla Brigata "Sassari" dal titolo "Un popolo in divisa" inaugurata nell'agosto 2015 presso il Museo Emilio e Joyce Lussu di Armungia.

L’epopea di quell’ufficiale sardo destinato a diventare uno dei più noti scrittori italiani del novecento, padre della Patria e statista indimenticabile, da allora per sempre legato alle montagne del Veneto e alla cittadina di Bassano del Grappa. Una vicenda nata all’inizio dell’estate del 1916 sull’Altopiano di Asiago investito dalla “Strafexpedition” austro-ungarica in procinto di sfondare nella pianura Veneta, fra colonne di profughi disperati che si mescolavano al ripiegare delle truppe italiane così duramente provate. Ma proprio come Emilio Lussu narra nel suo “Un anno sull’Altopiano”, altri uomini ora risalivano la valle andando incontro al nemico, ben sapendo di costituire l’ultima possibilità per arrestarlo. A quei soldati del 151° Reggimento della “Sassari” che passarono nelle strade dei paesi abbandonati dagli uomini partiti per la guerra, gli anziani, le donne e i bimbi del Veneto affidarono le ultime speranza di salvezza. E quei giovani soldati Sardi, vedendo nelle madri disperate e nei loro figli i volti dei propri cari lasciati sull’isola, difenderanno anche l’Altopiano come fosse la loro casa, immolandosi in anni di battaglie sanguinose, dalle Melette, allo Zebio ai Tre Monti.

I feriti affluironoo così a centinaia verso la vicina pianura e a Bassano del Grappa dove molti di loro vennero curati da Maria Teresa Nardini, moglie di uno dei più noti industriali della zona, offertasi come infermiera volontaria. Davanti a quegli indomabili e giovani soldati Sardi, seri e taciturni, che pure avevano compiuto il miracolo salvando la città e la stessa distilleria del marito, la donna si prodigò inviando verso le linee della “Sassari” una crescente quantità di generi di conforto. Così, dall’incontro con il Capitano Emilio Lussu, leggendario ufficiale del 151°, un uomo e una donna eccezionali sapranno scoprirsi e legarsi in un’intramontabile e fortissima amicizia alimentata da comuni valori di coraggio, solidarietà e amor di Patria. Uno spirito che ben presto valicò i confini del rapporto personale fra i due arrivando a toccare tutti i Fanti della “Sassari” i quali vedevano ormai in Maria Teresa Nardini la propria “Madrina”.  Molte di queste immagini ci sono state gentilmente concesse dalla famiglia CANEVA-NARDINI-GUERRATO di Bassano del Grappa. Le memorie di Emilio Lussu sono conservate dal Museo Emilio e Joyce Lussu di Armungia (CA).

Ruggero Dal Molin, Enrico Caneva e Monica Dal Molin sul balconcino della “Saletta Rosa” di Palazzo Nardini dove lo scrittore Emilio Lussu, con l’amico Alfredo Graziani, coltivò una profonda amicizia con la famiglia Guerrato-Nardini.

Il libro di Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano” ispirò tra gli altri il regista italiano Francesco Rosi che nel 1970 realizzò il famoso film “Uomini contro”, molto criticato e contestato all’uscita nelle sale ma che resterà uno dei più riusciti nella cinematografia della Grande Guerra.   

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