VINCENZO MATTEO COLOGNESE

SERGENTE 265^ Cp, Btg Val Cismon - 7° Reggimento Alpini, MBVM - MAVM 

Un’eroica figura di Alpino, già protagonista nei drammatici scontri sul M. Cauriol dove come Caporale Maggiore era già stato decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Sotto il vivo fuoco dell’artiglieria e di mitragliatrici nemiche, usciva dalla trincea per raccogliere feriti, spingendosi intrepidamente fin sotto la posizione avversaria e trasportandone al sicuro tre, in successive tre riprese. Monte Cauriol - Alpe di Fassa, 19 ottobre 1916”

Un personaggio epico le cui rarissime immagini sembrano rendere ancora vive le parole di Paolo Monelli nel suo libro “Le scarpe al sole”, che lo conobbe personalmente e ne narrò le valorose gesta. Pluridecorato, il Sergente ventitreenne Vincenzo Matteo Colognese di Montebelluna (TV) incontrerà il suo destino poco più di un anno dopo, nella zona del Grappa quando guiderà il suo plotone nella resistenza sul M. Valderoa contro l’attacco delle truppe da montagna austro-tedesche. Ma quella mattina del 17 dicembre 1917 il suo corpo svanirà fra le esplosioni e non sarà mai più recuperato. Così la motivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare conferitagli quel giorno, alla memoria, dirà:

“Costante esempio di valore e fermezza, mentre l’artiglieria nemica di ogni calibro bombardava intensamente la trincea occupata dal plotone ai suoi ordini, con grande calma percorreva la linea rincuorando i superstiti e liberando dalle macerie i sepolti, finchè venne egli stesso colpito a morte. Il suo corpo giace là e non fu più ritrovato. Monte Valderoa, 17.12.1917"

Grazie alla Biblioteca A. Baldini di Roma, depositaria del fondo “Monelli”, siamo oggi in grado di ospitare una galleria di preziose immagini riguardanti proprio l'eroico Sergente degli Alpini Vincenzo Colognese. Un giovane aitante dal pizzetto appuntito e gli occhi chiari, ritratto in una eccezionale fotografia con alcuni fiori all'orecchio e due penne sul cappello Alpino, quella tradizionale e una piccola bianca, quasi il simbolo di una gioventù irrequieta e coraggiosa. Un eroe italiano perduto per sempre sulle pendici insanguinate del Valderoa.

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