NARRATIVA STORICA

Quando gli effetti degli eventi umani si sono inevitabilmente sedimentati, normalmente dopo un secolo, una volta scomparse definitivamente tutte le testimonianze dirette di quelle vicende, sepolti per sempre gli odi e i rancori seguiti alla tragedia della guerra, acclarate da ambo le parti le ragioni del conflitto e ormai definiti i suoi contorni storico militari, giunge quasi naturalmente il momento di far rivivere quegli affetti e quei sentimenti allora travolti e che a torto si ritenevano sepolti per sempre sotto le rovine del tempo. Per questo motivo stiamo assistendo alla nascita di un nuovo filone di testimonianze, non di rado rilette anche sulla base di rigorosi valutazioni storico-militari, al quale il pubblico sembra prestare una crescente attenzione rispetto ai classici volumi “tecnici”. Si tratta invero di un esercizio estremamente delicato e difficile per gli autori, dove alla profonda conoscenza della Storia deve unirsi il comporsi di un minuto mosaico di vite vere o verosimili, che furono realmente vissute o spente anzitempo nella speranza di esserlo. E’ quella parte di Storia riletta “dal basso” che proprio perché profondamente umana ha finito col permeare inconsapevolmente ma inevitabilmente la nostra coscienza collettiva e oggi, svaniti per sempre gli echi della guerra, risorge prepotentemente nei cuori di tanti, portandoci il ricordo degli anni migliori, frutto del sacrificio di quanti spesero la loro giovane vita nel fondo delle trincee dallo Stelvio al mare.

Questa è la difficile strada di consapevolezza storiografica ma soprattutto di riscoperta della Memoria che gli amici Ruggero Dal Molin e Saverio Mirijello hanno percorso con il loro ultimo libro, riuscendo a muoversi delicatamente sull’orlo degli affetti più intimi ripercorrendo a ritroso quel tragico passato che la madre volle risparmiare sino alla fine al proprio bambino il quale invece, divenuto uomo, saprà trovare la chiave del tragico mistero scaturito dal terribile campo di battaglia dell'Ortigara proprio nell’amore di un padre che mai conobbe. Come molte vicende umane travolte dalla Grande Guerra, affatto scontate e profondamente toccanti, è impossibile non riconoscere richiami a situazioni realmente accadute, in parte note ma più spesso oggi sconosciute ai più, narrate magistralmente su quel palcoscenico della vita reale dove pagina dopo pagina scorre davvero per ciascuno di noi il ricordo dei familiari allora perduti e delle loro stesse esistenze, piene di sogni e di speranze, "quello che saremmo stati", un piccolo e prezioso scrigno della memoria da conservare nelle nostre case (Stefano Aluisini).

Nella prestigiosa cornice della Sala dei Quadri del Palazzo Municipale di Asiago si è tenuta il 25 luglio 2016 la presentazione del libro “Quello che saremmo stati”, già in corso di distribuzione nelle librerie. L’introduzione all’incontro è stata curata dallo scrittore Andrea Vollman che ha sottolineato lo “spessore” del libro scritto dai due studiosi Ruggero Dal Molin e Saverio Mirijello i quali, già autori di diverse pubblicazioni storiche, sono così all’esordio nella Narrativa. Il folto pubblico presente nella Sala Consiliare ha potuto poi ascoltare la lettura di alcuni brani particolarmente significativi tratti dal libro, accompagnati dalla proiezione di filmati e immagini di quel particolare periodo storico. L’incontro è stato infatti anche un’ulteriore occasione per una toccante riflessione sulla tragedia della Grande Guerra che un secolo fa incise così profondamente sul nostro Paese, e in modo particolare sul tessuto sociale e il territorio vicentino, il quale vide combattere sulle proprie montagne alcune delle battaglie più accanite del conflitto sul fronte italiano il cui terribile eco rivive nella memoria dei protagonisti in diverse pagine del volume.

Il romanzo è stato poi presentato anche a Vicenza (La Scaletta 62), a Cesuna (Biblioteca Mario Rigoni SternASC Fronte Sud Altopiano 7 Comuni), a Valstagna in Valbrenta e a Paderno del Grappa con delle serate particolarmente riuscite delle quali trovate ulteriori immagini e dei brevi resoconti qui di seguito.

La bellissima serata di Valstagna, con la partecipazione di un pubblico attento e interessato, è stata presentata dall’assessore alla cultura Giovanna Giacoppo - presente il sindaco Carlo Perli - e condotta da Erminio Dalla Zuanna. Di particolare impatto le letture di Anna Branciforti, semplicemente magistrale, sullo stile toccante condiviso con il bravissimo Eros Zecchini. Attraverso le vicende della trama del romanzo con negli interventi degli autori Ruggero Dal Molin e Saverio Mirijello si è potuto sottolineare quanto la Grande Guerra abbia influito sul tessuto sociale del nostro Paese, sui poveri nostri soldati al fronte e sul resto della popolazione a casa, in modo particolare sulle donne. Ruggero Dal Molin ha ricordato il capitolo scritto in lingua veneta e ambientato a Campese, a due passi da Valstagna, mentre il protagonista del romanzo cerca di trovare dei reduci (realmente esistiti). Molto personale l’inserimento dei ricordi del nonno dell’autore, incluso un esilarante aneddoto relativo al contrabbando del tabacco negli anni Cinquanta. L’incontro non poteva che concludersi ricordando la figura di Adolfo Ferrero, la sua storia e quella della drammatica lettera che compare all’interno del romanzo, ricordando come proprio con amici di Valstagna e Bassano questa estate in un’escursione ci si sia recati per una foto ricordo in Ortigara nel luogo della lapide posta dove cadde il valoroso ufficiale (fotografie nella galleria a scorrimento di Sergio Giacomelli).

Il 7 ottobre 2016 il romanzo "Quello che saremmo stati" è stato presentato nella sede municipale di Paderno del Grappa durante una serata introdotta dal Vice Sindaco Davide Michelon e condotta da Ruggero Dal Molin coadiuvato dall’amico David Vialetto. L’incontro, organizzato anche grazie al supporto del locale gruppo Alpini di Paderno del Grappa e Fietta, si è concluso ancora una volta nel ricordo del ventenne torinese Adolfo Ferrero, giovane ufficiale del Battaglione Val Dora caduto sull’Ortigara il cui massimo sacrificio è divenuto suo malgrado il simbolo imperituro dell’epica battaglia su quella tragica montagna da allora sacra a tutte le Penne Nere (fotografie di Andrea Pedron).

Mercoledì 19 ottobre 2016 la presentazione del libro si è tenuta nella sede municipale di Maser alla presenza di un folto pubblico molto interessato. Il sindaco Daniele De Zen ha sottolineato in apertura la soddisfazione dell’amministrazione di ospitare un incontro con Ruggero Dal Molin nell’ambito delle iniziative dedicate al Centenario della Grande Guerra. La serata è stata condotta in modo splendido da Catia Cappello, all’esordio in questa veste per lei inusuale e per nulla facile, che dopo aver vinto l’emozione iniziale ha sottolineato con considerazioni profonde lo “spessore” del libro. Un ringraziamento anche ad Alessandro Contin per la lettura di alcuni brani particolarmente significativi, come anche alla carissima Loretta Ceccarelli che si è alternata subito dopo. E ai tanti amici e amiche del suo gruppo di Bassano e di 4Life intervenuti all’incontro che ha visto anche la presenza di Padre Duilio dell’Istituto Salesiano di Castel di Godego. La serata si è conclusa come sempre nel ricordo del Ten. Adolfo Ferrero, Caduto ed Eroe simbolo della battaglia dell’Ortigara.

Venerdì 21 ottobre il libro “Quello che saremmo stati” è stato presentato dagli autori Ruggero Dal Molin e Saverio Mirijello anche presso il Gruppo Alpini di Torri di Quartesolo, una realtà alla quale siamo particolarmente affezionati. Come sempre l’accoglienza degli Alpini e dei loro ospiti, fra i quali lo stesso Sindaco, ha consentito ancora una volta agli autori di esprimere al meglio lo spirito e la storia racchiusi in questo libro avvicente che segna un primo passo in quella narrativa storica rivolta alla riscoperta di una Memoria perduta dietro la quale si cela il sacrificio di un’intera generazione immolatasi nella Grande Guerra. La serata si è conclusa con una cena conviviale organizzata splendidamente nella bellissima sede del Gruppo.