MONTE ASOLONE

di Otto Gallian - a cura di Paolo Pozzato e Ruggero Dal Molin

ISBN 978-88-32239-35-5 — Itinera Progetti (Bassano del Grappa)

volume di 288 pagine con 10 cartine, 177 tra illustrazioni e fotografie

Uno dei diari di guerra più avvicenti del primo conflitto mondiale, quello scritto negli ultimi mesi di guerra da un ufficiale dell’esercito austro-ungarico impegnato con l’eroico 99° Reggimento nel settore del Grappa sul Monte Asolone. Pagine che ci narrano dell’estrema resistenza dei soldati di un impero che ormai stava crollando, decisi comunque a difendere sino all’ultimo il proprio onore militare. Ma non solo. In questa edizione, particolarmente curata, si ripercorrono anche i giorni della prigionia in Italia e quelli della rocambolesca sua fuga, con il ritorno in quella Madrepatria attraversata dalle convulsioni di un impero secolare andato distrutto. Indimenticabile lo struggente pensiero che rivolse allora ciò che restava della grande Austria, appena giunto a Innsbruck dopo essere evaso il 2 agosto 1919 dal campo di Mirabello: “In prigionia abbiamo manenuto alto il nome della Patria, sublime e nobilissimo. Rivedere questa Patria fu per me la più terribile e amara delusione della mia vita. Una terra piagnona, messa sottosopra da lotte di partito, ciascuno senza la propria stima, sfrontatamente servile di fronte ai potenti vicini, bugie e inganni, corruzione vergognosa fino alle più alte cariche dello Stato. Sei tu questo, Patria mia? Quella Patria per cui abbiamo sofferto per anni, versando il nostro sangue, a cui abbiamo offerto i nostri spensierati felici anni di gioventù e la nostra salute, e per cui milioni di uomini hanno rinunciato alla gioia delle loro famiglie e donato la loro stessa vita?”. Fu un destino, quello del valoroso e coraggioso Otto Gallian, che lo vedrà tornare a indossare con onore quella gloriosa uniforme della quale non si era mai spogliato, con quell’orgoglio che lo accompagnerà per altri ventisei anni, portandolo su ben altri campi di battaglia sui quali troverà la sua tragica fine. In sua memoria, proprio su quel Monte Asolone che ne vide le gesta durante la Grande Guerra, negli anni scorsi è stata posata una lapide in pietra che ne ricorda il valore.