MELETTE DI FOZA E GALLIO

Sono i luoghi memorabili delle grandi battaglie del giugno 1916, quando venne arrestata l’ala della “Strafexpediton” diretta a sfondare in pianura attraverso la Val Frenzela, e quelle combattute tra il novembre-dicembre 1917, l’ultimo colpo di coda dopo l’offensiva austro-tedesca di Caporetto voluto da Conrad, allora comandante del Gruppo Armate del Tirolo. Sono luoghi paesaggistici splendidi, un ambiente naturale tra i più belli offerti dall’Altopiano dei Sette Comuni, uno straordinario “parco letterario” dove vennero scritte e ambientate alcune pagine indimenticabili dei capolavori della nostra memorialistica. Chi ha letto ad esempio “Un anno sull’Altipiano” di E. Lussu , “Le scarpe al sole” di Paolo Monelli o “Fanterie Sarde all’ombra del Tricolore” di Alfredo Graziani, solo per citare i più famosi, sente risuonare come familiari i nomi dei monti Fior e Castelgomberto o luoghi come Malga Lora e Selletta Stringa. Camminando fra le loro rocce si ha la possibilità di rivivere e respirare la storia di quelle trincee che videro il sacrificio del Generale Euclide Turba, la lotta sanguinosa dei Bersaglieri di Novelli e l’ultima resistenza alpina del battaglione “Marmolada”, talmente eroica e disperata da incutere rispetto allo stesso nemico al punto che venne poi consentito al comandante di quel valoroso reparto l’onore di portare le armi durante la prigionia.

Cannoni italiani abbandonati sulle Melette nell’inverno 1917-18.

Baracche del Regio Esercito nella parte alta di Val dei Ronchi, ai piedi del Monte Fior.

Fotografia aerea che riprende il settore delle Melette nel 1917.

Le rovine del paese di Gallio alla fine della Grande Guerra

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