SACRARIO DI CIMA GRAPPA

Un altro dei più importanti Sacrari militari italiani, sorto sulle pendici del Monte Grappa, quella montagna attorno alla quale si combattè per la resistenza più estrema durante tutta la Grande Guerra. Anch’esso inaugurato negli anni Trenta, contiene i resti di quasi ventitremila soldati dei quali oltre diecimila austroungarici e tredicimila italiani caduti combattendo in quella zona. La costruzione di questo grande cimitero monumentale, progettato dall’architetto Giovanni Greppi, fu un’opera gigantesca che impegnò centinaia di operai in tre anni di lavori. Oltre al Generale Giardino, vi riposa il Generale Ettore Viola, già Capitano dei Reparti d’Assalto, la cui storia è narrata su queste pagine così come sono disponibili diverse immagini scattate durante i combattimenti nella Grande Guerra sul Grappa. E’ poi possibile percorrere direttamente il Sacrario nella pagina relativa all’applicazione “dentro la memoria” oltre al "back-stage" del team Monte Grappa - Archivio Storico Dal Molin (con Ruggero Dal Molin, Stefano Aluisini e Natalino Meneghin). In questa pagina è invece possibile vedere alcune eccezionali immagini della costruzione del Sacrario grazie alla gentile concessione della Collezione Francesco Zambon e di seguito quelle scattate ottanta anni dopo in occasione della visita degli Allievi Ufficiali dell'Accademia Militare di Modena (9 luglio 2016). 

9 luglio 2016: gli Allievi Ufficiali dell'Accademia Militare di Modena in visita al Sacrario del Grappa

Ruggero Dal Molin e il Cappellano, Sig. Cap. Paganuzzi

Tra le ultime visite, una delle più sentite è stata quella di sabato 9 luglio 2016 quando il Corso Allievi Ufficiali dell’Accademia Militare di Modena ha visitato il Sacrario di Cima Grappa; i militari, accompagnati da Ruggero Dal Molin, dai loro istruttori e dal Cappellano Cap. Paganuzzi sono saliti alla Madonnina dove è stata celebrata la Santa Messa con la partecipazione di tutto il reparto. La presenza di questi giovani soldati e futuri Ufficiali in un luogo tanto emblematico, al centro del teatro di furibondi scontri durante la Grande Guerra e in particolare negli anni 1917-18, non costituisce solo il doveroso omaggio ai nostri maggiori allora Caduti in combattimento molti dei quali qui sepolti, ma rappresenta anche un ponte della memoria tra quanti allora, dai semplici Fanti ai più valorosi tra gli “Arditi”, combatterono senz’altro premio sperare che un miglior destino per il proprio Paese.

Il ricordo di quel sacrificio e di uno spirito indomito, che allora rianimò le forze dei nostri militari portandoli sino alla vittoria finale, possa sostenere anche questi soldati di oggi, uomini e donne dell’Esercito che saranno tra poco chiamati a svolgere missioni difficilissime e lontano dalla Madrepatria.

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