VALSTAGNA 1916: QUANDO PASSARONO GLI EROI

Esattamente cento anni fa, in questa splendida località sulle rive del Brenta, proprio per la sua piccola piazza, passavano i primi reparti della Brigata “Sassari” accorsi dal Carso per arrestare la “Strafexpedition” Austroungarica ormai in procinto di dilagare nella pianura vicentina. Quel giorno, tra i Fanti Sardi incolonnatisi pensierosi verso le irte strade che lasciando Valstagna li avrebbero condotti sull’Altopiano di Asiago, accadde uno di quegli episodi destinati a restare a lungo sconosciuti ma che allora fu in grado di scuotere profondamente l’animo di quanti ne furono testimoni. Da una delle case abbandonate del paese, di fatto ormai vicinissimo all’avanzare degli Austroungarici, fa la sua comparsa una giovane madre con in braccio la propria creatura; la donna, sola e smarrita, ormai affranta dalla tragedia, assiste silenziosa al passaggio dei Fanti della “Sassari”. Tra quegli esseri umani, sino ad allora sconosciuti ma attori nella stessa tragedia, è un intrecciarsi di sguardi e di interrogativi, di sofferenze e di nostalgie. Per i soldati il pensiero corre alla famiglia lasciata sull’isola lontana, alle proprie madri, alle sorelle, alle compagne che hanno la sola fortuna di trovarsi lontano dalla guerra; la ragazza invece sente in quella lunga fila di militari il ricordo del marito, da tempo partito per il fronte e del quale non sa più nulla, vestito con una divisa simile a quelle che le sfilano dinnanzi. istintivamente protende il piccolo quasi al cielo e senza proferire parola, come a invocare un aiuto disperato, per loro stessi ormai privi di tutto ma anche per quei Fanti incolonnati verso un tragico destino.

Quel gesto e quella figura femminile, che richiamavano ai soldati Sardi tutti gli affetti più cari e i doveri più sacri, avranno l’effetto di mille ordini e di mille proclami, annullando le distanze geografiche e culturali in nome di quel comune denominatore di umanità che solo le tragedie più grandi riescono in ogni modo e in ogni tempo a fare scaturire dai cuori degli uomini. I Fanti della “Sassari” affronteranno da quel giorno le tremende battaglie dell’Altopiano animati da una forza incontenibile, quella di chi sa di dover difendere quelle famiglie, quelle valli e quelle borgate come se fossero le proprie; perchè in quelle case e in quella ragazza si erano riconosciuti profondamente e con essi avevano sentito per la prima volta l’Italia. Per questo lotteranno con la stessa incrollabile tenacia anche durante la Battaglia dei Tre Monti del gennaio 1918 al fianco dello stesso battaglione “Bassano” i cui Alpini erano chiamati pure allora a difendere le proprie montagne e vallate.

In ricordo di quella drammatica giornata a Valstagna, rivissuta recentemente in una serata particolare condotta al Museo del Tabacco di Carpanè da Ruggero Dal Molin, oggi ne è stato coronato l’auspicio ovvero il poter perpetuare la memoria del passaggio dei Fanti della “Sassari” con una lapide sulla facciata del Municipio. Grazie al Sindaco e al Comune di Valstagna oggi, alla presenza di numerose autorità civili e militari, di diversi Sindaci della zona tra i quali alcuni Alpini, con la partecipazione di delegazioni delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma oltre che del Volontariato, una rappresentanza della Scuola Media ha scoperto la targa celata da un drappo bianco e rosso, i colori della Brigata “Sassari”. Per una volta ancora, dopo un secolo, nella piccola piazza di Valstagna all’Inno nazionale ha fatto seguito quello dei “Dimonios”. Nelle parole della Senatrice Rosanna Filippin e del Sindaco Carlo Perli vi è stata la rievocazione dello straordinario valore di solidarietà umana di quell’esperienza. Ai lati della lapide erano disposti un Alpino e un Sottotenente Rievocatori della 62^ Compagnia del Battaglione "Bassano" (sulla facciata del Municipio, esiste peraltro una lapide in memoria di un Caduto di tale reparto nella battaglia di Adua del 1896).

Nel toccante intervento di Ruggero Dal Molin, poi proseguito con una proiezione di immagini e filmati storici nel vicino Teatro della Scuola dell’Infanzia, si è rivissuta la ricostruzione degli eventi che videro Valstagna protagonista in quegli anni difficili oltre al ricordo di alcune figure simbolo come lo scrittore Emilio Lussu di Armungia (CA) e la volontaria bassanese Maria Teresa Guerrato Nardini. Tra i presenti anche alcuni rappresentanti delle famiglie Cabboi e Pinna, i cui maggiori videro le loro vite legate per sempre durante la Grande Guerra alla storia del vicino Altopiano. Ricordiamo che anche in loro memoria, la scorsa estate l’Archivio Storico Dal Molin di Bassano del Grappa e il Museo Emilio e Joyce Lussu di Armungia hanno dato vita a una delle più straordinarie mostre mai realizzate sulla Brigata “Sassari” dal titolo: "Storia di un popolo in divisa" curata da Alberto Cabboi -- (Valstagna – 4 giugno 2016. Servizio fotografico di Stefano Aluisini,  Sergio Giacomelli e Sandro Pinna).

Da "Il Giornale di Vicenza" - giovedì 9 giugno 2016