Luogo di memorie ed esposizione, il Museo storico “Emilio e Joyce Lussu” ripercorre l’esperienza umana e politica di Emilio Lussu e di Joyce Lussu Salvadori, lungo il corso dei grandi avvenimenti del Novecento che li videro protagonisti. Capitano del 151° Fanteria della Brigata “Sassari”, leader politico del Partito Sardo d’Azione, antifascista, esule politico e padre costituente, Emilio Lussu nacque ad Armungia il 4 dicembre 1890, conservando sempre un profondo legame con la sua terra e il suo paese natale. Nella primavera del 1933 conobbe a Ginevra Joyce Salvadori che, divenendone compagna e moglie, visse con lui la lotta al nazifascismo nella clandestinità nel corso del secondo conflitto mondiale. Nel 1938 pubblicò a Parigi “Un anno sull’altipiano”, rievocando l’anno trascorso con i fanti sardi sull’Altopiano dei Sette Comuni, tra il 1916 e il 1917. L’opera sarebbe rimasta nel tempo come uno dei capolavori della letteratura internazionale sulla Grande Guerra. Alla vicenda biografica di Emilio Lussu è dedicato il percorso fotografico principale, con immagini, memorie e testimonianze autobiografiche. Diversi ambienti multimediali offrono la possibilità di visionare foto d’epoca, documenti storici digitalizzati, ricostruzioni filmiche, interviste e testi di approfondimento. Alcuni leggii interattivi consentono di approfondire i contenuti e la storia editoriale di opere come “La catena”, “Marcia su Roma e dintorni”, “Teoria dell’Insurrezione”, “Un anno sull’altipiano” ed altre. A Joyce Lussu, scrittrice, partigiana, intellettuale attiva al fianco dei popoli in lotta contro il colonialismo, è dedicata la mostra fotografica “Il cammino di una donna nella storia del Novecento”. Il museo custodisce inoltre numerose edizioni delle opere di Emilio e Joyce Lussu, testimonianza del loro impegno nella scrittura oltre che della vasta mole di studi e riflessioni generati dalla loro vicenda umana e politica. Il 9 agosto 2015 è stata inaugurata la mostra “Storia di un popolo in divisa: la Brigata Sassari nella Grande Guerra”, realizzata con la collaborazione e il contributo fotografico dell’Archivio Storico Dal Molin.

“Tutto un nuovo mondo si muove, dentro di noi, ed è già alle sue prime luci certe del mondo esteriore. Vi sono molti secoli che premono e che ci spingono, oltre il focolare e la casa sprangata, oltre il nostro canto chiuso fatto di echi e lamenti senza principio e senza fine. Perché non dirlo? Sentiamo che il popolo sardo, come i popoli venuti ultimi alla civiltà moderna e già fattisi primi, ha da rivelare qualcosa a se stesso e agli altri, di profondamente umano e nuovo.” (E. Lussu, L'avvenire della Sardegna, 1951).

Nel 2014 il Museo Lussu si è dotato di un archivio storico multimediale, realizzato con documentazione acquisita in formato digitale dal Fondo Lussu, custodito a Cagliari presso l’ISSRA, Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia. L’archivio è consultabile tramite un grande tavolo interattivo, posizionato in un ambiente espositivo appositamente dedicato. Tra i documenti acquisiti si trovano fotografie, lettere e carteggi, appunti d’agenda, manoscritti, comunicazioni della polizia politica fascista relative all’attività di Emilio Lussu negli anni dell’esilio. Di particolare interesse sono alcune cartoline dal fronte, una lettera a Piero Gobetti del 14 giugno 1924, scritta a pochi giorni dalla scomparsa di Giacomo Matteotti, la scheda segnaletica del confino politico e il mandato di cattura per l’evasione da Lipari. L’archivio è stato arricchito nel 2015 con un’importante sezione di 100 fotografie relative ad Emilio Lussu e alla Brigata “Sassari” nella Grande Guerra, provenienti dall’Archivio Storico Dal Molin e da diverse collezioni private in esso custodite (Collezione Caneva, Collezione Casato, Collezione Dal Broi, Collezione Minto, Collezione Rodighiero e Collezione Rossi).