MUST - ALANO DI PIAVE

Il Must, museo civico territoriale di Alano di Piave, si sviluppa su tre piani dove particolare interesse viene dedicato alla Prima Guerra Mondiale, alla Seconda Guerra Mondiale e all’emigrazione, che interessò i paesi pedemontani dopo la fine di entrambi conflitti mondiali. Una piccola parte  di questo museo è inoltre dedicata al “recuperante” figura mitica ormai scomparsa: queste persone passarono infatti la loro vita tra le montagne a recuperare materiale bellico abbandonato per poterlo vendere e così riuscire a sopravvivere alla miseria che la guerra aveva lasciato. Per questo motivo alcuni dei pezzi esposti sono volutamente rugginosi, lasciati in vetrina in condizioni di scavo, così come venivano trovati da queste persone, in modo da ricordare ancora di più la durezza di quegli anni.

Si cercherà così di far percepire al visitatore l’importanza che possiede anche un oggetto vissuto, magari rovinato proprio a causa della guerra stessa. Il museo si arricchisce ogni giorno di nuovi pezzi provenienti da donazioni di privati che ancora oggi trovano casualmente del materiale militare abbandonato quasi cent’anni fa; riconoscendone l’elevato valore storico lo vogliono lasciare al museo, in modo che venga valorizzato nella maniera corretta. Oltre ai reperti già citati è presente una vasta raccolta di materiale cartaceo originale. Si tratta di fogli appartenuti a comandi Italiani e Austriaci; numerose sono le cartine topografiche esposte, tutte con i precisi rilevamenti delle trincee di entrambi gli eserciti. Non manca una parte dedicata alle onorificenze e agli stemmi, all’artiglieria e alla vita di trincea. Nel corso degli anni il museo ha saputo arricchire le sue collezioni grazie alle numerose collaborazioni avviate, è stato recuperato un cannone italiano da 75 mm perfettamente conservato, che ora fa bella mostra di se in una sua sala specifica.

 

MUSEO DI KOBARID - CAPORETTO

Il museo di Caporetto prese l’avvio da una collezione museale iniziata nel 1990 ad opera di privati. Inizialmente la sua attività si svolse all’interno del Circolo turistico Kobarid. Passati cinque anni i fondatori, in accordo con il Ministero della Cultura, trasferirono l’amministrazione in una società no profit a responsabilità limitata che gestisce tuttora il museo. Nel 2011 il museo di Caporetto si è iscritto nell’ambito dei musei sloveni. Per la sua attività gli è stato assegnato il Premio Valvasor che rappresenta il più alto riconoscimento nazionale nell’attività museale. Ebbe inoltre la nomina EMYA e gli fu assegnato il Premio del Consiglio d’Europa. Finora è stato visitato da numerose alte personalità, da re, da tre presidenti di parlamento europeo, da molti presidenti di stato, di governo, da ministri, da presidenti di diverse associazioni mondiali, di chiese fino ai titolari del Premio Nobel. Durante la sua attività ha organizzato più di 40 mostre  nazionali ed estere nelle quali è particolarmente significativo il ciclo delle nazioni europee che parteciparono alla battaglia di Caporetto. Inoltre ha allestito nel periodo della presidenza EU slovena mostre di grande risonanza nelle capitali europee (Vienna, Roma, Parigi, Londra, Ljubljana, Zagabria). Ha presentato più di 200 diversi eventi culturali. Il curatore del Museo di Caporetto è Zeliko Cimpric che ha concesso in alcuni eventi specifici la presenza di materiale fotografico proposto dall'Archivio Storico Dal Molin.

BAITA MONTE ASOLONE

Anche in questo caso il miglior spirito che difende la memoria della Grande Guerra vive e resiste proprio vicino a dove combatterono e riposano da un secolo i valorosi soldati di allora. Per questo inseriamo meritatamente la sezione “Musei” un piccolo gioiello alle pendici del Monte Grappa, il Rifugio Baita Monte Asolone di Davide Pegoraro, appassionato ricercatore della Grande Guerra, rievocatore, decorato della Croce Nera d'Austria e della Croce di Maltagiovane scrittore e qualificato accompagnatore sui campi di battaglia dell’Altopiano. Con Ruggero Dal Molin ho potuto visitare per due volte questa preziosa e unica collezione durante le soste fra i rilievi del Sacrario condotti con l’Archivio Storico e mi sento di sottolineare sia l’opportunità di una visita che la competenza e l’ospitalità di Davide Pegoraro e della sua famiglia. Baita Monte Asolone e il suo piccolo Museo il prossimo settembre 2015 trasferiranno la loro struttura nel Rifugio Val Tosella.

I riferimenti sono e saranno i seguenti:

Baita Monte Asolone – Val dea Giara (Pove del Grappa)

0424.559000

346.6211036

www.rifugiovaltosella.com (next)

info@rifugiovaltosella.com (next)

MUSEO BATTAGLIA DEI TRE MONTI 

Fondato da Guido Baù e ubicato a Sasso di Asiago (VI) testimonia le vicende accadute sui “Tre Monti”: il Col d’Ecchele, il Col del Rosso e il Monte Val Bella, teatri di durissimi scontri nel novembre/dicembre 1917 legati allo sfondamento dell’Isonzo e nelle successive “Battaglie dei Tre Monti” del gennaio e giugno del 1918. Qui caddero tra gli altri le M.O.V.M Gabriele Sarfatti, volontario diciassettennte negli Alpini del quale si può visitare il maestoso monumento voluto dalla madre, e Eugenio Niccolai, Capitano del 151° Reggimento Fanteria della Brigata "Sassari". Quelle terribili battaglie videro infatti le gesta dei migliori Battaglioni Alpini e ancora una volta dei leggendari "Diavoli Rossi" della Brigata “Sassari” insieme a reparti di Arditi e Bersaglieri.L’Esercito Italiano seppe così reagire vittoriosamente per la prima volta dopo la sconfitta di Caporetto colpendo anche il morale degli Austroungarici illusisi di essere a un passo dalla vittoria. A quei giorni e a quei tre monti viene fatto quindi risalire l’inizio della riscossa italiana che porterà, attraverso la Battaglia del Solstizio e la resistenza sul Piave, fino a Vittorio Veneto.

museo della grande guerra pasquale ivano (salcedo)

L’Archivio ha approfondito la collaborazione con il Museo della Grande Guerra Pasquale Ivano di Salcedo grazie alla pubblicazione realizzata per una casa editrice di La Spezia nel 2009. L'opera esamina ogni aspetto dell'organizzazione militare della guerra italo-austriaca passando in rassegna equipaggiamenti, uniformi e armi attraverso una documentazione iconografica di pregio comprendente oltre 700 illustrazioni. Tutti i materiali, dalle uniformi ai cannoni, sono presentati attraverso stupende immagini a colori in collezioni provenienti da: Museo Storico Italiano della Grande Guerra di Rovereto, Museo della Grande Guerra Pasquale Ivano di Salcedo, Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai (Borgo Valsugana). Il Museo di Salcedo, ricco di numerose, rare e preziose collezioni, è nato dalla grande passione per la storia del Grande Guerra e dalla volontà di preservarne le memorie e le tradizioni dei nostri “Veci” Alpini. La collezione di materiale bellico è iniziata nei primi anni '80 dopo il servizio militare dapprima raccogliendo medaglie e poi materiale militare della Grande Guerra sino a diventare una vera e propria realtà museale frequentata da visitatori e scolaresche. Il Museo, intitolato al Capitano Alpino Enrico Busa di Salcedo, Medaglia argento al valore, è situato a Salcedo in provincia di Vicenza sulla pedemontana a pochi passi dall'Altopiano dei 7 Comuni.