ERMES AURELIO ROSA (Aspirante Ufficiale degli Arditi)

Una vicenda raccontata nel miglior libro realizzato da Ruggero Dal Molin, una testimonianza unica sulla genesi dello spirito degli Arditi attraverso la scoperta del diario di uno di loro, l’Aspirante Ermes Aurelio Rosa. Bresciano e nipote di un eroe del Risorgimento, Gabriele Rosa, il giovane seguirà il suo carismatico Capitano Ettore Viola, poi definito dal Re come “la più bella medaglia d’oro della Grande Guerra”, nelle sue coraggiose azioni alle pendici del Grappa. Ermes Aurelio Rosa lo seguirà anche nei combattimenti più duri con la 3^ Compagnia del VI Reparto d'Assalto quando, dopo essere stato ferito, parteciperà con il XVIII Reparto agli assalti e ai contrassalti per la conquista del Monte Pertica il 25 ottobre del 1918, proprio pochi giorni prima che la Grande Guerra finisse. Toponimi sino ad allora sconosciuti come “Cà Tasson”, Monte Pertica, Monte Prassolan e “la svolta” diventano così fin dal quel lontano 18 maggio 1918 il simbolo assoluto del coraggio dei Reparti d'Assalto dell’Esercito Italiano. Qui moltissimi giovani italiani lasciarono la vita; entrambi questi valorosi ufficiali riuscirono a sopravvivere miracolosamente agli scontri con gli austro-ungarici, dove furono feriti e decorati sul campo. Ma la loro eccezionale condotta in combattimento fu soltanto il sintomo di una caratura morale, di un personale codice d'onore e di un amor patrio che li accompagneranno per il resto dei loro giorni, tanto nella vita pubblica che in quella privata. Il Gen. Ettore Viola, pluridecorato e insignito dell’Ordine Militare di Savoia, ha chiesto e ottenuto di essere seppellito nella zona sacra che circonda le pendici di quella montagna inespugnabile, su quel Monte Grappa che vide le gesta degli Arditi tra i quali riposa per sempre il loro indimenticabile Comandante. A lui è dedicata un'altra pagina importante di questo sito.

Ufficiali del ricostituito XVIII Reparto d'Assalto dopo gli scontri sul Pertica

Un carattere goliardico e spensierato unito ad uno spirito indomito, di puro coraggio, assolutamente lontanissimo dai condizionamenti ideologici che arriveranno tra gli stessi Arditi soltanto nel primo dopoguerra, iscrivono di diritto nella Storia questi giovani che con le loro giubbe aperte e le fiamme nere e il gladio cucito sulla manica della divisa, colpiranno per il loro eroismo anche lo stesso Ernest Hemingway. Lo scrittore e premio Nobel americano li conobbe infatti proprio a Bassano del Grappa durante la sua permanenza nella Villa di Cà Erizzo come autista delle ambulanze della American Red Cross; ad essi si ispirò per alcune pagine del suo più noto romanzo "Addio alle armi".

Nella cittadina di Iseo (BS), luogo d’origine della famiglia Rosa, in un piccolo museo sono tuttora conservate tra l'altro le memorie e i reperti della carriera militare del valoroso aspirante ufficiale Ermes Aurelio Rosa. Fra questi ultimi il suo elmetto, trapassato da una scheggia di granata austriaca che gli sfiorò il cranio durante i terribili combattimenti degli ultimi giorni di guerra sul Monte Pertica con gli Arditi del XVIII Reparto d'Assalto.

E Ruggero Dal Molin non solo ha valorizzato la testimonianza di quel giovane ufficiale ma insieme a Claudio Zen ha organizzato una toccante cerimonia per la posa di una targa proprio in memoria dell'Aspirante Ermes Aurelio Rosa, Medaglia d'Argento al Valor Militare. Presenti le autorità locali e Donna Palma Viola oltre a un picchetto di formazione composto da rievocatori delle truppe Alpine e dell'Esercito Austro-ungarico tra i quali gli amici Natalino Meneghin e Davide Pegoraro. 

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