REPARTI ITALIANI

ARDITI - REPARTI D’ASSALTO

Sono la punta di diamante del nuovo esercito italiano risorto sul Piave e sul Grappa. Una specialità affascinante, controversa, misteriosa e determinante al tempo stesso trascina spesso con i suoi veterani tanti “ragazzi del ‘99”. La sua storia viene sovente letta attraverso altri veri e propri “miti” della Grande Guerra, nomi quali D’Annunzio ed Hemingway. Pochi sanno invece che la gloria delle Fiamme Nere nacque da uomini leggendari oggi sconosciuti ai più come il Maggiore Giovanni Messe, comandante del IX Reparto d’Assalto e precursore dell'attuale IX Reggimento d'Assalto “Col Moschin”, o il Capitano Ettore Viola e il giovanissimo Aspirante Ermes Aurelio Rosa. Le storie e le imprese di questi ultimi rivivono nella pubblicazione delle loro memorie (di cui si è occupato anche l’Archivio) e in alcune eccezionali fotografie e nei filmati realizzati da Ruggero Dal Molin e Natalino Meneghin grazie al sostegno di Palma Viola di Ca' Tasson e della famiglia di Ermes Aurelio Rosa che potrete visionare qui di seguito.Prima di confluire in gran numero nell'esperienza fiumana e in misura significativa, seppur non totale, tra le schiere del nascente regime, la specialità degli Arditi esprimerà quindi nella fase finale della Grande Guerra quanto di meglio l'esercito riuscì a schierare in termini di efficienza operativa e tecniche di combattimento. Nonostante la disciplina militare la caratteristica principale degli "Arditi" resterà quella di uno spirito unico e indomito, comune a quanti, dalle più diverse Armi di provenienza, chiedevano di entrare fra le loro fila.

L’immagine che qui di seguito potete osservare è uno scatto dal quale traspare inequivocabilmente la situazione al fronte durante le fasi finali del conflitto; alcuni “Arditi” (visibili sulla sinistra) scortano prigionieri bosniaci verso le retrovie. Colpiscono sia la prostrazione del soldato bosniaco che la determinazione del giovanissimo “Ardito” in primo piano.

Qui di seguito, in diverse parti, l’intervista che Ruggero Dal Molin fece a Roberto Rosa, figlio di Ermes Aurelio Rosa, Ardito agli ordini dell’indimenticabile Capitano Ettore Viola, uno dei più decorati ufficiali dell’Esercito Italiano, l’Ardito del Grappa, colui che riposa su quel monte che insieme ai suoi soldati difese sino allo stremo e alla vittoria.

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