OSPEDALI DA CAMPO

Durante la Grande Guerra l’uomo fu veramente solo con la sua fragilità, soprattutto quella fisica ed emotiva. Equipaggiamenti e tecnologie insufficienti rendevano a quei tempi minime le probabilità di sopravvivenza anche in caso di ferite che oggi sarebbero considerate da tutti quasi trascurabili; i primi soccorsi erano prestati dai compagni, come potevano, e l’evacuazione avveniva fortunosamente e in barella. Gli scenari di guerra erano inoltre talmente devastanti che il numero degli alienati per shock da combattimento fu elevatissimo in tutti gli eserciti. Eppure gli uomini e la scienza seppero in parte reagire anche a queste situazioni e la medicina militare, in particolare la chirurgia d’urgenza, fece passi da gigante in pochi anni. Certo è che le fotografie scattate sui campi di battaglia mostrano di fatto l’immensità e l’impossibilità di porre del tutto rimedio ai drammatici effetti della guerra. Così Medici e Portaferiti, oltre agli stessi Cappellani Militari, per la loro incredibile e difficilissima opera svolta spesso sotto il fuoco nemico e a costo della vita, esprimeranno le migliori doti di coraggio, pietà e solidarietà tra i soldati di tutti gli eserciti.

Posto di medicazione e personale sanitario italiano con attrezzature chirurgiche.

L’ospedale austro-ungarico di Calliano realizzato dal Genio dell’11a Armata

Don Feliciano Marini all’Ospedaletto da campo n. 114 con l’ambulanza della C.R.I. di Genova.

Posto di pronto soccorso avanzato italiano in prima linea.

Prigionieri austro-ungarici feriti in attesa di essere curati.

Feriti austro-ungarici vengono caricati sui vagoni di un treno-ospedale.

Una sezione di sanità italiana con relativa autoambulanza (Comitato CRI di Genova - n. 19).

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DELLE IMMAGINI DEL NOSTRO SITO

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CHE DAL 2014 AVEVAMO MESSO SUL SITO PER GLI ANNI DEL CENTENARIO.

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