L’ORO DI CAPORETTO

di Stefano Aluisini, Ezio Avaldi, Giacomo Bollini

pagine 240 - con oltre 100 fotografie, 2 cartine e 2 itinerari escursionistici con foto a colori; copertina cartonata con sovracoperta e risguardi fotografici

ISBN 978-88-94342-68-0

Il libro si richiede a: emiliaromagna_alfronte@yahoo.it

I CONTRIBUTI RACCOLTI CON IL VOLUME, STAMPATO IN UN NUMERO RIDOTTO DI COPIE, VANNO AI PROGETTI IN MEMORIA DEI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA DELLA ASSOCIAZIONE EMILIA ROMAGNA AL FRONTE

La ricostruzione storica della vicenda di un giovane soldato che combatté in vari reparti dall’Isonzo al Carso, dall’Altopiano di Asiago alla Bainsizza, fino ai tragici giorni di Caporetto. Un ragazzo che aveva lasciato i boschi delle sue colline per trovarsi fra le trincee più contese, là dove sarà protagonista degli attacchi più sanguinosi, momenti terribili ricordati anche tramite le testimonianze di Ardengo Soffici e dello stesso Gabriele D’Annunzio che li vissero a loro volta in prima persona. Tre anni di guerra che il giovane affrontò coraggiosamente grazie al suo indomito carattere che lo vedrà già decorato per gli atti di straordinario valore compiuti in azione con la sua inseparabile mitragliatrice FIAT. Un tragico appuntamento col destino che lo porterà fino sul Kolovrat nei tragici giorni di Caporetto, là dove restò solo ad affrontare le fanterie tedesche dilaganti, senza lasciare la sua arma, sopra la quale sarà infine abbattuto mentre il suo reparto veniva travolto. Così, mentre il crollo dell’esercito finisce col rappresentare la disfatta di un’intera nazione, pochi eroi coraggiosi come lui gettano il seme della riscossa con il loro estremo gesto di coraggio in fronte al nemico soverchiante, un valore personale che brilla proprio come la stella nella notte più profonda. La coinvolgente ricostruzione dei tre anni di battaglie su tutto il fronte della Grande Guerra vissuti da una recluta ben presto divenuta veterano, il cui cuore si era spezzato come scritto nell’ultima straziante lettera alla fidanzata, arrivando al suo estremo sacrificio, ricostruito anche grazie agli appunti dei suoi ufficiali, con il mistero di un corpo abbandonato sul campo di battaglia ma il cui nome rivive ancor’oggi in un grande Sacrario a perenne ricordo del suo incredibile coraggio. Come lassù sul Kolovrat, lungo quel crinale sempre spazzato dal vento che si portò via la sua giovane vita.

… intanto sempre più isolati davanti al Passo di Zagradan i difensori erano stati raggiunti anche dal III/128° della “Firenze” e quindi dalla 671a Compagnia Mitraglieri. Si pensa ancora di poter fare un nuovo contrattacco, non del tutto consci della gravità della situazione… dei soldati della “Napoli” schierati tra il Piatto e il Podkabluk non c’è praticamente più nessuno; la Brigata è stata fatta a pezzi dai tedeschi e si riesce a scorgere solo qualche fuggitivo… le Sezioni Mitragliatrici fronteggiano il nemico appostandosi nel camminamento che corre parallelo alla strada, tra le crepe del M. Piatto… le armi supersititi sono poste alle due estremità dello schieramento per impedire che il nemico completi l’accerchiamento… i superstiti del III/128°, ormai stretti ai margini di Passo Zagradan, dopo che l’osservazione aerea nemica aveva fornito le coordinate alla propria artiglieria, subiscono un ulteriore bombardamento che provoca morti e feriti… impegnando poco dopo il nemico in un furioso corpo a corpo… le fanterie tedesche sorgono sempre più numerose e agguerrite tanto che prima delle 16 scatta inevitabilmente il loro attacco risolutivo…

La recensione pubblicata dalla Rivista “Fiamme Gialle” delle Guardia di Finanza; le presentazioni del volume non si sono potute tenere, tranne che in un solo caso, a seguito della pandemia di Covid 19 la quale non ci ha consentito di organizzarle nel modo più opportuno.

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