DOLOMITI

Un altro incantevole scenario ambientale non risparmiato dalla Grande Guerra. Qui spesso chi vi combatte lo fa per la propria casa e talvolta contro genti da lui non lontane nella vita civile, operando esclusivamente in alta quota e con piccoli reparti, spesso in condizioni climatiche estreme. Ma i protagonisti dovranno lottare anche contro il comune nemico dell’inverno, soprattutto nel 1917, affrontando ogni genere di sacrificio e realizzando imprese alpinistiche di straordinario valore. Gran parte di queste immagini eccezionali sono state gentilmente concesse dalla Collezione Silvio Minto. Un ambiente sino ad allora inviolato iniziò così a popolarsi di uomini e materiali; nei luoghi più impensati e alle quote più elevate sorgono baracche e vengono scavate trincee: solo la neve e le nuvole riescono ad ammantare e nascondere, talvolta, le ferite inferte alle montagne dalla guerra. L’uomo vivrà e combatterà per anni su queste cime inseguendo quando possibile una parvenza di normalità che sarà rapidamente travolta dalla guerra e piegata dalle condizioni climatiche proibitive. Così vicino al cielo, nell'eterno silenzio della montagna, molti cercheranno naturalmente in una fede sincera il conforto alle proprie sofferenze. Sempre più spesso la sopravvivenza di chi resterà in alta quota dipenderà dal sacrificio dei portatori e delle colonne che risaliranno dai fondovalle. E tutto questo finirà per rafforzare nella maggior parte dei soldati, oltre al rispetto per la grande montagna, i sentimenti di solidarietà e pietà tra commilitoni e non di rado fra gli stessi avversari.

Sopra due immagini dal settore del Monte Piana; sotto: due scatti dal ghiacciaio della Marmolada.

Sopra e sotto: vista “ieri-oggi” di trincee italiane in Val Travenanzes

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